17 novembre 2010

Hello Biblioteche!

La trasmissione Contesto sul canale La1 della  RSI (RadioTelevisione della Svizzera Italiana), giovedì 11 novembre ha passato il dibattito

Biblioteche addio


Dalla presentazione:

Hanno un futuro le biblioteche oppure – sotto la pressione di internet, degli e-book o degli iPad – diventeranno semplici depositi di libri paragonabili a reperti archeologici? 
La sfida di fronte alla quale si confrontano questi luoghi di cultura è stata affrontata dalla Commissione della Biblioteca Nazionale che ha steso una “Carta delle Biblioteche svizzere” nella quale si definiscono l'accessibilità delle informazioni per le differenti fasce di utenti, la messa in rete delle risorse e la conservazione nel tempo del sapere e del patrimonio culturale. 
C’è chi però pensa che il libro su carta non abbia alcun futuro: tutto sarà usufruibile su schermo. E una “biblioteca” potrà essere contenuta in strumenti elettronici più o meno tascabili.

Confronteranno le loro opinioni Gerardo Rigozzi, direttore del Sistema bibliotecario ticinese e della biblioteca cantonale di Lugano e Mendrisio, e il giornalista-divulgatore scientifico Marco Cagnotti.
Val la pena, a chi non l'abbia già fatto, di guardare questo breve e conciso dibattito in cui vengono chiariti i dubbi più comuni sul destino delle biblioteche. Altro che addìi alle biblioteche!
Al contrario, l'immagine della nuova biblioteca che ne emerge è di supremazia sul qualsiasi altra agenzia informativa, più importante che mai proprio perché legata alla garanzia di autorevolezza che essa può offrire, fungendo da filtro in quel mare magnum (quantità grande e disordinata) di informazioni (internet) in cui è facile perdersi e poi magari anche annegare...
Nel dibattito vi sono anche cenni sulle offerte (anche notevoli) del SBT (Sistema Bibliotecario Ticinese) di cui i suoi utenti possono facilmente approfittare:  la rete infatti si estende sul  territorio in modo capillare fornendo i suoi servizi con efficienza.
Biblioteche addìo? Niente affatto! le biblioteche, non hanno nessuna intenzione di sparire e come i gattopardi, si trasformano, impadronendosi velocemente di quelle tecnologie che i media invece indicano, spesso con una buona dose di superficialità, come la causa della loro distruzione.

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